I concerti dello scorso fine settimana risuonano ancora nelle orecchie fortunate di chi ha sfidato pioggia e temporali per venire ad ascoltarli. Molto raffinato il progetto Water Shapes di Subconscious Trio, che ha unito le note di Taiwan, Bulgaria e Italia in scritture originali. In sala, il silenzio dell’ascolto rivela l’attenzione e il rispetto che il pubblico valtellinese sa esprimere verso il lavoro di queste brave e giovani artiste, rispetto per la musica che è stato apprezzato dalle ragazze come privilegio ormai raro, specie in città. A Castel Masegra, l’Ensemble di Domenico Rizzuto ha portato una interessante rielaborazione dei brani jazz di Toni “Slim” Dominick, nonno di Giose Rimanelli, pubblicati a corredo del suo libro “Una posizione sociale”. Brani arricchiti da gradevoli effetti elettronici che li rendono più che attuali, su un tema che da sempre esiste e persiste: la migrazione. Infine, previsto nel bel Giardino segreto di Mazzo, ma trasferito a Palazzo Lavizzari causa la solita pioggia, abbiamo ascoltato il delicato concerto del duo Zennaro-Scandroglio, giovani talenti italiani già affermati a livello internazionale. I due sembrano perfettamente a proprio agio pur suonando strumenti non propri, nonostante un volo con cinque ore di ritardo che fa arrivare il chitarrista proprio a ridosso del concerto. Il pubblico ha seguito incantato ogni singola nota e la richiesta del bis si è ripetuta più volte.
Un festival che funziona è il risultato di una miriade di componenti: dal reperimento dei fondi alla minuziosa ricerca dei luoghi, dal puntuale allestimento tecnico dei palchi a un’ospitalità attenta ai bisogni degli artisti, da non intendersi come irragionevoli stravaganze, quanto una reale necessità di trovare, in un posto sconosciuto, ciò che serve a offrire tutta la qualità musicale di cui sono capaci, magari dopo un viaggio rocambolesco tra ritardi, voli cancellati e bagagli dispersi, con la speranza che lo strumento a noleggio trovato sul posto abbia quel minimo di qualità sufficiente alla buona riuscita del concerto. Per ripartire, presto, il mattino seguente verso una nuova meta dove esprimere al meglio il lungo lavoro di composizione, lo studio, le prove con la band, la promozione del progetto sperando in sale piene e in una buona accoglienza, mai scontata. Data dopo data è tutta una scommessa, tanto per loro quanto per gli organizzatori. Ecco perchè un pubblico come il nostro, che sa ascoltare e riconoscere la qualità musicale, è tanto apprezzato.
Triòd: Stefano Dall’Osso, Roberto Bartoli e Maurizio Piancastelli
Con il prossimo weekend il festival sale di quota. Prima tappa a Polaggia di Berbenno con il quintetto di Serena Marchi, venerdì 26 luglio alle 21:00, in un progetto dedicato alle donne delle leggende dolomitiche. Contrariamente a quanto annunciato, in caso di pioggia il riparo sarà presso la terrazza coperta del bar Traversi, un luogo cui tutti siamo affezionati e che ha già ospitato tanta buona musica.
Sabato 27 luglio alle 12:00 sarà Ambria, sopra Piateda, a ospitare ETHNOLOJAZZ. Traditional songs and dances di Triòd ovvero Stefano Dall’Osso al sax tenore e arrangiamenti, Maurizio Piancastelli a tromba e flicorno e, al contrabbasso, un emozionato Roberto Bartoli che torna in Ambria dopo qualche anno. “Il progetto è un itinerario, un percorso. Il legno degli strumenti, delle ance, in contrapposizione al metallo, arriva come materiale plastico che il compositore, Stefano Dall’Osso, ci propone in un’ottica multisfaccettata e sensoriale. Si sente la consistenza degli strumenti, la forma, la vita, il flautus vocis, il soffio divino. L’aspetto compositivo non riguarda una ricerca solo musicale ma analogica: le armonizzazioni a due e tre voci hanno chiare coordinate contrappuntistiche classiche e moderne, e sono contemporaneamente composizione viva dove gli strumenti mettono in atto un proprio dialogo, talvolta giocoso e corale, talvolta grave e austero. L’elemento danza è costante nella composizione: le stesse partiture sono fogli danzanti che sfruttano il movimento delle correnti anche nei momenti in cui gli strumenti sospirano in forma quasi antifonale, riportando a sonorità euro-colte di Paris Blues o alle atmosfere rarefatte nord-europee”.
Non c’è Ambria senza Luigi Zani, da alcuni mesi impegnato nella composizione delle sue poesie dedicate al tema dell’anno e pronto al consueto, esilarante “duello” con i musicisti. Dopo il concerto sarà come sempre possibile pranzare grazie alla gentile accoglienza degli abitanti e dell’associazione ‘l Ghirù e, nel pomeriggio, dalle 14:30, i bambini di ogni età potranno partecipare gratuitamente al laboratorio “Germogli Sonori” condotto da Roberto Bartoli. Per quel giorno la strada sarà transitabile senza permesso, ma, ricordando che i posti macchina sono limitati, l’invito è per la condivisione delle auto e la partecipazione al #jazzcamminante, in collaborazione con Parco delle Orobie Valtellinesi, che dà il patrocinio alla manifestazione. Lungo il percorso sarà Giuseppe Daccomi a raccontare il paesaggio sotto il profilo geo-filosofico, di come esso sia da sempre trasformato dall’uomo e come anche ciò che sembra naturale, sia in realtà frutto di queste trasformazioni. Partenza dal parcheggio di Vedello alle ore 9:00.
Tanto per il #jazzcamminante che per Germogli Sonori è richiesta l’iscrizione alla mail info@ambriajazzfestival.it.
La giornata e il concerto di Ambria sono una delle dieci località in cui si svolge il progetto “Trasform_azioni – l’Italia che cambia a passo di jazz”, un podcast a cura di Valentina Losurdo ispirato a Franz Kafka nel centenario della morte e dedicato al cambiamento che gli eventi musicali jazz riescono a portare nelle comunità. Il progetto Trasform_azioni è in rete con altri nove festival italiani appartenenti a I-Jazz ed è cofinanziato dal MIC. La data di Ambria è realizzata in collaborazione con il Comune di Piateda, ‘l Ghirù, la popolazione di Ambria e il Parco delle Orobie.
Accordi Disaccordi: Alessandro Di Virgilio, Dario Berlucchi e Dario Scopesi
Ad Ambria segue ormai da tradizione Bormio, dove domenica 28 luglio alle 21:00, in Piazza del Crocefisso, conosceremo il gruppo Accordi Disaccordi che presenterà DECANTER. Alessandro di Virgilio e Dario Berlucchi alla chitarra, con Dario Scopesi al contrabbasso, daranno vita a uno spettacolo che alterna originali sonorità acustiche dal gusto cinematografico, storytelling e attitudini virtuosistiche in una miscela di influenze gipsy jazz, melodie mediterranee e ritmi latini, con l’energia del rock. Il concerto, che si preannuncia molto animato e persino ballabile, è in collaborazione con il Comune e la Biblioteca di Bormio.
Si tratta dell’ultimo weekend in Italia perché il successivo, il primo del mese di agosto, sarà interamente in terra svizzera, all’Alpe San Romerio e sul Passo Maloja. Ma di questo vi racconteremo nel prossimo articolo.
Ogni ulteriore informazione nel sito ambriajazzfestival.it, dove si possono ammirare anche le mostre fotografiche digitali “Per chi l’ha visto e per chi non c’era” di Marina Magri, dedicate ai singoli weekend e visibili per due settimane, a rotazione.
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Se venite ai concerti con il #jazzcamminante raccontatecelo con foto e video da postare.
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Staff AmbriaJazz